Avendo dei gusti particolari, che vanno più sui giochi casual come Candy Crush Soda Saga, Cattivissimo Me: Minion Rush e così via, solitamente non mi appassiono più di tanto ai giochi a piattaforme, fatta eccezione per pochi titoli che hanno saputo differenziarsi dagli altri (Leo’s Fortune, The Beggar’s Ride). Al massimo quindi ci gioco per 1-2 giorni, per poi lasciarli installati fino a quando non inizia ad esaurirsi lo spazio sull’iPad.
Almost Impossible invece, sebbene non sia per me un’eccezione al pari dei due citati sopra, è riuscito a suscitare il mio interesse e a far riaffiorare in me quel senso di sfida tipico dei puzzle platform che non sapevo nemmeno di aver accantonato. Ciò che ha suscitato il mio interesse – oltre al logo che devo ammettere mi piace molto – è stato anche il nome dello sviluppatore, Dan Counsell, fondatore di Realmac Software, da cui provengono applicazioni per Mac di qualità come Typed, RapidWeaver, Ember e Clear. Quindi le probabilità che si trattasse di un gioco valido erano alte, e infatti non ha deluso le aspettative.
Il gioco ti pone alla guida di una piccola palla di luce nel suo viaggio attraverso uno scenario geometrico pieno di ostacoli da superare. Il tuo ruolo è quello di toccare la parte sinistra o destra dello schermo per comandare la palla, che salta costantemente, e far sì che quest’ultima non tocchi mai nulla che sia rosa. Perché? Beh, se entri in contatto con una qualsiasi figura di colore rosa, la palla esploderà in decine di pixel. Un game over affascinante quello pensato da Dan per la palla di Almost Impossible, che a volte fa venir voglia di morire solo per dare un’occhiata alla relativa animazione!
La grafica in stile quasi retro e le animazioni del gioco non sono nulla di particolarmente complesso, ma ciò che rende tutto davvero bello sono gli effetti di luce adottati. Un altro elemento che mi ha colpito è la musica utilizzata come sottofondo, anch’essa in grado di riportare alla mente i giochi di una volta e soprattutto abbastanza attiva da non scocciare nemmeno alla lunga.
Almost impossible ha un fascino che attrae molto
Tornando quindi al concetto di “interesse” di cui ho parlato al secondo paragrafo, devo dire che nonostante ci fossero stati alcuni livelli del gioco che mi abbiano fatto veramente frustrare – e in quei casi nemmeno la musichetta aiutava -, sono tornato a giocarci. A differenza di un titolo come 2048, etichettato come un gioco in grado di creare dipendenza, al quale ho giocato veramente poco, Almost Impossible ha quel qualcosa in più che riesce ad attrarmi e a convincermi ad aprire e giocare di nuovo.
Per concludere quindi, posso dire che Daniel Counsell ha creato un gioco senza dubbio di qualità e che Almost Impossible, sebbene non sia esattamente il top del top, è sicuramente un gioco per il quale vale la pena spendere un paio di euro. E’ disponibile sull’App Store al prezzo di 1,99€.
https://www.youtube.com/watch?v=YBn3d3Xpkqg