Perché scegliere se essere un mendicante o un dio, quando si può essere entrambi? E’ questa la storia proposta dai ragazzi di Bad Seed, la startup italiana che rientra tra le compagnie di United Ventures, con il loro nuovo gioco intitolato The Beggar’s Ride. Un puzzle platform pieno di enigmi pronti a tenerti concentrato ed intrigato.
La trama si annida attorno al viaggio di un vecchio mendicante, che trova per puro caso una maschera sinistra dotata di poteri speciali e in grado di affacciarsi ad un mondo alternativo nascosto a tutti gli altri. Una maschera questa, che però era destinata ad un grande eroe, un campione, un salvatore, ma di certo non ad un mendicante, che a primo impatto non sembra il soggetto ideale per dominare le leggi della natura ed affrontare un’avventura del genere.
Dopo aver giocato per circa un’ora (complessiva) a The Beggar’s Ride, posso affermare che si tratta di un prodotto davvero ben fatto. Ora entro nei dettagli e ti spiego il perché del mio pensiero. Tanto per iniziare adoro la scelta degli sviluppatori di dare ad un vecchietto, per altro mendicante, il ruolo di personaggio principale, in quanto è davvero l’ultima scelta in termini di soggetti ai quali affidare in mano le sorti del mondo. Poi basta guardarlo per renderti conto che si tratta di una figura non solo apparentemente inidonea, ma anche buffa, soprattutto considerando le relative animazioni che si attivano quando resti fermo senza giocare per troppo tempo.
La narrazione è davvero – sul serio – ottima. Bello lo stile con cui appaiono le scritte, ben fatte le frasi e molto carina la voce utilizzata per narrare la storia, che riesce a trasformare il gioco in un vero e proprio racconto. Il tutorial non è pesante come invece risulta essere in qualche altro platform.
Dal punto di vista grafico c’è poco da dire, gli sviluppatori hanno fatto un buon lavoro, con ambientazioni sempre dinamiche e ricche di colori, che fanno venire la voglia di continuare il gioco per il gusto di sapere cos’altro ci riserva. Il gameplay, come ci si aspetta da un puzzle platform, è pieno di indovinelli ed enigmi che all’inizio risultano banali, ma progredendo con l’avventura ti toccherà padroneggiare i poteri della maschera ed imparare a utilizzarli in sincronia per poter attraversare burroni, muri e ostacoli vari.
Ogni volta che ti imbatterai in un nuovo potere (rappresentato dall’icona della maschera) durante il viaggio, il tuo mendicante sarà in grado di comandare un elemento della natura aggiuntivo. Il primo consente di posizionare e sovrapporre le nuvole per creare la pioggia in determinati punti; il secondo, quello sismico, di ruotare la schermata per spostare alcune pietre, carrelli, ecc.; insomma ognuno permette di fare qualcosa di nuovo, ma non voglio rovinarti la sorpresa con troppi spoiler.
Il cammino però non è tutto a discesa, perché il team di Bad Seed ha aggiunto anche delle minacce sparse per la mappa. Si va dalle piccole creature rosa che sono semplicemente degli spuntoni mobili, ai guardiani, che invece lanciano pietre in grado di uccidere il mendicante.
The Beggar’s Ride consente anche di decidere il tipo di comandi con i quali giocare. Pur avendo giocato per un bel po’ però, ancora non sono riuscito a capire se sia meglio giocare con i comandi tattili o con il joystick. Entrambi hanno i propri punti a favore e a sfavore ed entrambi funzionano discretamente.
La colonna sonora che ti accompagna nel viaggio del mendicante è carina ma non è nulla di spettacolare, anche se insieme alla voce della narrazione riesce a darti una sensazione di continuità.
In conclusione posso affermare che The Beggar’s Ride è un buon puzzle platform a cui vale la pena giocare ed è bello vedere che anche in Italia ogni tanto escono titoli in grado di suscitare interesse e curiosità da parte dei giocatori. Del resto, con una trama che ruota intorno ad un mendicante che diventa un Dio indossando una maschera (fa molto Jim Carrey), non poteva essere altrimenti!